"Il segreto è fare tutto come se vedessi solo il Sole. Elisa"

venerdì 18 marzo 2011

Un'Italia più bella. Dalla bici

di Isa Grassano -  fonte: La Repubblica - link

Da Mantova all'Emilia, dall'Appia ad Assisi, i suggerimenti per alcuni itinerari da percorrere rigorosamente a due ruote. Per gustare al meglio l'ambiente


La mountain bike scivola docile tra le curve morbide della strada. Incontra placidi paesi in collina e borghi che fanno da incrocio a strade poco trafficate. S'inerpica in salita, insieme alle vigne tagliate dai sentieri sterrati dove passano solo i trattori. Ecco il fascino "slow" del cicloturismo. Nessuna fretta, ma solo il l'emozione di perdersi nelle bellezze del paesaggio. Andare in bicicletta tra le vie di un borgo antico. Vivere il piacere di strade solitarie. Scoprire piccoli tesori, al di fuori dei soliti circuiti. Tutto a basso costo, senza inquinare, rispettando l'ambiente e restando in forma.

Da Nord a Sud, tra campagna e mare, tra città e paesi, tanti gli itinerari da vivere in "punta di pedale".
Si toccano i luoghi più belli tra Mantova e Sabbioneta, nel "percorso ciclabile Unesco". Quarantasette chilometri (il fondo è per lo più asfaltato, per brevi tratti sterrato), per perdersi nelle bellezze del paesaggio, tra vigneti e frutteti di mele, ombrosi boschi di latifoglie ed enormi distese di campi coltivati.

Durante il lungo ma facile percorso s'incontrano diversi paesi, ciascuno con le sue eccellenze: Buscoldo con la chiesa parrocchiale tardo barocca; Torre d'Oglio e il ponte di barche e l'oratorio del Correggioli; Commessaggio con il Torrione fatto erigere da Vespasiano Gonzaga. Percorrendo, poi, la strada Vitelliana, l'antica strada militare romana, fatta costruire dal proconsole Vitellio, si nota l'eremo di San Remigio, edificato nel XVII secolo per i pellegrini che si recavano a Roma. Lungo il percorso ci si può fermare qua e là per ammirare le zone umide del Parco Oglio Sud (dove l'Oglio si immette nel Po), tipiche di quest'angolo di pianura. Ed ecco i salici e i pioppi bianchi che si specchiano civettuoli nelle acque del fiume, mentre i canneti ondeggiano al vento. E ammirare, spesso nascosti tra le foglie, gli aironi rossi o bianchi, le nitticore e il falco pescatore.

Pedalata dopo pedalata, mentre i dettagli si perdono e le case sembrano un impasto di colori caldi, si arriva, quasi improvvisamente, a Sabbioneta, la "piccola Atene" del Rinascimento, "la città ideale", come è stata definita. Si sbuca direttamente in piazza Ducale che si svela in tutta la sua grandezza, con il Palazzo Ducale.

I più allenati e con le gambe resistenti possono percorrere le strade bianche intorno a Siena. Chilometri e chilometri di "fettucce", senza un centimetro d'asfalto (ovunque saliscendi sterrati), su e giù per i colli, con panorami da togliere il fiato più delle salite (tanto che qui, ogni anno in autunno, si corre l'Eroica con bici d'epoca). Si procede non troppo veloce, né troppo piano: alla giusta andatura, quella che permette di godere il paesaggio, di essere, anche chi pedala, parte del paesaggio. E si attraversano castelli, come il Castello di Brolio che sorge al centro di sterminati vigneti, dove fare una sosta. Pur essendo privato il castello è visitabile, ad eccezione del palazzo.

E' possibile compiere per intero il giro degli spalti, dai quali si hanno splendide viste sulla zona del Chianti. Altra tappa a Gaiole in Chianti. Dell'antico borgo, fondato tra duecento e trecento, resta la consapevolezza di un passato importante come luogo ideale per incontri e mercati, testimoniato da una strada-piazza: via Ricasoli lungo la quale si svolse, e si svolge tuttora, la mercatura e la vita del paese che ha origini legate al commercio. Le antiche case, il lungofiume e gli arredi urbani rimandano alle attività mercantili medievali. Un consiglio: sostate nelle trattorie e nelle cantine (dove si produce dell'ottimo chianti) che incontrerete lungo il vostro viaggio, sarà un'esperienza sensoriale indimenticabile.

Chi non ricorda la grande impresa compiuta da Vittorio Adorni in occasione dei mondiali di ciclismo del settembre del 1968? Protagonista di una fuga leggendaria (si corre a Imola, a un passo da casa sua, con partenza e arrivo all'autodromo, sul circuito dei Tre Monti), il campione giunse sul traguardo con quasi 10 minuti di vantaggio sul secondo classificato. L'arrivo sul rettilineo finale è regale. La maglia azzurra che luccica al sole di quel tardo pomeriggio d'estate. E vale la pena ripercorrere queste mitiche avventure sulle strade di Adorni, attraverso un percorso di 78 chilometri (dislivello in salita: 998 m
e una difficoltà media). Si parte dalla Rocca Sforzesca di Imola che si impone allo sguardo per la grandezza e l'imponenza architettonica e si attraversa Castel del Rio, pittoresco borgo appenninico, a ridosso del confine toscano, situato su una collina balcone, come se fosse il palco di un grandioso teatro dal quale dominare tutta la valle. Il punto più bello di questo itinerario? Attraversare il ponte Alidosi, dalla caratteristica "schiena d'asino", monumento nazionale sul corso del Santerno. Info qui

Altro punto di forza dell'Emilia Romagna è la possibilità di visitare le città d'arte su due ruote, attraverso il circuito Cycle-r, che mette a disposizione pacchetti con tutto incluso: a cominciare da un navigatore satellitare di ultima generazione bici, mappa, hotel specializzati con deposito, officina, lavanderia. E non solo. Visto che chi pedala tutto il giorno, rientra solo al pomeriggio, ecco che anche la ristorazione è flessibile: chi vuole potrà mangiare un piatto di pasta anche alle diciassette.

Numerosi i percorsi ciclabili del Friuli Venezia Giulia, come quello che parte da Grado (circa 20 km) per imboccare la Riserva Naturale della Valle Cavanata. Utilizzata in passato come "valle da pesca", la riserva vanta la presenza di numerosi ambienti fra il mare e la terraferma (laguna, spiaggia, bosco, prato, valle da pesca, stagno) che la rendono popolata da oltre duecento specie di uccelli. Subito dopo il Centro Visite, svoltando a destra su una stradina che segue la riva sinistra del Canale Averto, si giunge all'argine oltre il quale c'è il mare. Da si può seguire la strada bianca che costeggia il rilevato (via Canéo), e vale la pena fare una sosta per salire sull'argine e dare uno sguardo al panorama sul golfo di Trieste.

Per sconfinare all'estero, si può fare il Passo Rombo che collega l'Ötztal, una vallata nel cuore del Tirolo austriaco, direttamente al territorio italiano. Adrenalina pura con il Singletrail, un percorso emozionante, che si diparte da quota 3.058 m e scende nell'abitato di Sölden.

In Liguria si può seguire il passo costiero del Ponente, in un percorso adatto anche ai bambini (22 km da Sanremo a San Lorenzo al Mare del tracciato in andata e in ritorno). Là dove sferragliava il treno (la pista è realizzata sul sedime dismesso della ferrovia a terrazza sul mare), ora è un via vai silenzioso di persone su bici, mountain bike, che si godono gli straordinari panorami. E se si è stanchi, tanti sono gli accessi a spiagge e scogliere per una sosta di relax, avvolti dai profumi della macchia mediterranea.

Mani salde al manubrio e si può andare anche lungo la via Appia, una delle più antiche "autostrade" del mondo, costruita oltre 2300 anni fa, per collegare Roma a Brindisi, porta d'Oriente (fu voluta dal censore Appio Claudio nel 312 a.C), la cui larghezza era fissata in 14 piedi (circa 4 metri): un vero record per l'epoca. Un percorso molto amato dai viaggiatori d'inizio secolo. Thomas Ashby compì per ben due volte il tragitto da Roma a Brindisi, pedalando insieme ai suoi studenti inglesi, ospiti della "British School at Rome". Altri tempi, ma anche solo il tratto sterrato (4,5 Km) tra Mesagne e Latiano, regala emozioni tra secolari uliveti e ricchi vigneti che punteggiano l'orizzonte. Lungo la strada si possono ammirare i resti dell'antico muro messapico: il fascino delle "rovine" che custodiscono l'anima dei luoghi. Procedendo lentamente, gli occhi si riempiono della campagna circostante, la cui luminosità si fonde con il biancore abbagliante delle masserie, sparse qua e là come se volessero librarsi nell'aria, a testimonianza di un'antica civiltà rurale, molte delle quali trasformate in strutture ricettive.

I più allenati possono spingersi poi fino alla Colonna romana, simbolo di Brindisi, là dove sembra finisse la Regina Viarum, come era stata definita. La si scorge da lontano e già affascina per la sua imponenza (supera i 18 metri di altezza) ed eleganza. Come una sentinella immobile, guarda al mare ed assiste, da secoli, al passaggio ininterrotto di gente.

Infine, anche i pellegrini appassionati di due ruote trovano la loro dimensione che unisce il viaggio religioso alla vacanza. Dove? Lungo il Cammino di Francesco, 80 chilometri sulla strada del Poverello d'Assisi, messi in rete dall'Apt di Rieti, per abbinare il piacere dello sport e dello stare all'aria aperta al ristoro dell'anima, la fatica alla preghiera. Tra le varie tappa, da non perdere quella tra Greccio - Poggio Bustone, per una lunghezza di 18,6 chilometri e una difficoltà media (la salita tra Borgo San Pietro e Poggio Bustone è molto ripida ed è impraticabile per chi non sia super allenato, con un dislivello di 260 metri). Greccio-Poggio Bustone, oltre ad essere il più fattibile, è anche uno dei sentieri più coreografici perché costeggia la Riserva Naturale dei laghi Lungo e Ripasottile. Specchi d'acqua racchiusi da canneti, arricchiti dalle fioriture rare ed eleganti delle ninfe bianche. Tutto intorno sono salici, pioppi e arbusti di sambuco. Un luogo che consente di praticare il birdwatching, con punti di osservazione predisposti e mimetizzati nella vegetazione: se si è fortunati si può scorgere il Tarabusino, piccolo e raro airone. Un altro tratto alla portata di tutti (circa 9 chilometri) è quello che va dal Santuario di Poggio Bustone al Faggio di San Francesco.

Il Faggio è unico per la sua forma straordinaria - la chioma misura 22 metri di diametro - con i rami che s'intrecciano sinuosi a creare onde e nodi dalla bellezza inusuale. La tradizione vuole che la pianta assunse questa conformazione per riparare San Francesco da un temporale che lo sorprese durante un solitario ritiro mistico. Esistono solo altri due esemplari della stessa specie, in Inghilterra e in America Settentrionale, che hanno una forma paragonabile. Ritornati in pianura lo sguardo si apre su una morbida conca, che con i suoi spazi agresti ha già di per sé qualcosa di celestiale.

Fotogallery su Repubblica.it

2 commenti:

lelef14 ha detto...

Mi è piaciuto e mi sebrava carino condividerlo...

ghila ha detto...

veramente un bell'articolo!