"Il segreto è fare tutto come se vedessi solo il Sole. Elisa"

lunedì 29 agosto 2011

Il Mangart

Il Mangàrt non è una semplice salita, ma molto molto di più. Mi è stata segnalato da un amico, Giampaolo alias “Hard Climber”, che ringrazio vivamente per questa dritta!

E’ la cima più alta della catena delle Alpi Giulie, infatti siamo nella Slovenia del nord, sul confine tra l’Italia e l’Austria.

Tecnicamente la salita, inizia a Lod Pod Mangatom (ma già da Bovec si inizia a salire), misura 21km per quasi 1500mt di dislivello, si arriva a quota 2084, ed è impegnativa con punti sopra al 10%. E’ a fondo cieco, che per una qualsiasi salita è un grosso limite, ma non per questa, grazie anche ad un anello terminale posto sulla cima.

Ma non sono i dati tecnici a renderla particolare. E’ l’ambientazione che la circonda e i panorami mozzafiato. Sembra di salire verso il cielo. La strada è stretta, d’altri tempi, in alcuni tratti è scavata nella roccia e a picco sul nulla. Ci sono anche cinque gallerie scavate nella montagna, che non fanno altro che aumentare il fascino dell’impresa.
Non è una salita per tutti, bisogna avere la pazienza di gustarla e di scoprirla, tornante dopo tornante, curva dopo curva.

La sosta in cima è d’obbligo. Verso sud, tra le montage, si può vedere il mare. Verso nord, lasciando la strada e la bici per salire a piedi pochi metri, si viene ricompensati da un panorama mozzafiato sui laghi di Fusine e altre grandi montagne all’orizzonte.

Questa salita, o meglio, questa montagna fino a qualche giorno fa era a me ignota, oggi è tra le più belle che io abbia mai fatto!

Volendo si può effettuare un anello circolare (che non ho fatto), che attraversa tre paesi Europei: Italia, Austria, Slovenia. A 11km dalla vetta, c’è il bivio verso il Passo Predil, dove ancora si trova la vecchia dogana tra Italia e Slovenia, da cui si può scendere dapprima verso il Lago del Predil (molto bello) e successivamente verso Tarvisio (ITA) quindi, Amoldstein (AU), Radendorf (AU), Vuzner Pass (AU), Kranijska Gora (SLO) e Vrsic Pass (SLO) (anche se la stessa fonte dice che il versante più bello è quello da Bovec) e tornare a Bovec, per un totale di 130km e circac 5000mt dislivello. [Ipotetica Traccia su Tracks4bikers]


Mangàrt da Lod Pod Mangartom
Mangàrt da bv Predil

mercoledì 10 agosto 2011

Pian dell'Armà e Castello di Oramala

Che la bici sia il miglior mezzo per entrare in contatto con ciò che ci circonda non lo scopro oggi. Però ogni volta, resto meravigliato da quanto possa regalare un semplice strumento a due ruote.

Domenica mattina, il meteo non promette nulla di buono. Verificate le previsioni su internet, si decide di andare a Varzi nell’Oltrepò Pavese. L’idea è di evitare i classici, Penice, Brallo e Carmine, e di salire verso Pey (meta segnalatami tempo fa dal mio amico Andrea, che ringrazio per la dritta!). Non c’è tempo per documentarsi ulteriormente, si parte subito per Varzi!

La partenza del giro in bici, viene casualmente spostata nel piccolo abitato di Moglie e prima di arrivare a Varzi, passiamo da Pizzocorno. Si capisce da subito che il giro sarà una sorta di scoperta del territorio a noi poco conosciuto.

Poco dopo Casanova inizia la vera salita della giornata: Pian dell’Armà, una bellissima scoperta!

La salita è lunga 16km per 900mt di dislivello, irregolare, con alcuni punti in doppia cifra. Il traffico è inesistente, l’ambientazione selvaggia. Il panorama offre una vista sulla vallata del fiume Staffora, e di fronte si può ammirare il Monte Lesima facilmente riconoscibile dall’enorme Radar costruito sulla sua cima.

Una volta scolinati, al bivio per Capannette di Pey, decidiamo di scendere verso Varzi, ignorando totalmente che siamo sul confine tra la Lombardia e l’Emilia Romanga, e che a neanche due km, c’è il vero scollinamento che porta in Piemonte: il Passo Capanne di Cosola.

Prima di scendere definitivamente verso Casale Staffora, facciamo una sosta al Passo Giovà, un vero e proprio crocevia di strade, da cui ci si può dirigere verso il Monte Lesima e Passo del Brallo restando in quota.

Unico neo di queste strade poco trafficate è l’asfalto vecchio e la sporcizia, quindi bisogna stare attenti soprattutto in discesa.

Una volta a Varzi, giriamo per il Castello di Oramala. Una “salitella” di 4km, irregolare con punte al 15%. Questa variante ci permette di rientrare all’auto (a Moglie) completando un anello immerso nella campagna, pieno di aspri saliscendi, ed evitare la strada statale principale.


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lunedì 8 agosto 2011

Per iniziare, un pò di salite!

Ormai era un mese che non facevo un’uscita degna di nota. Il mio silenzio non è stato casuale. Avevo bisogno di staccare, di ricaricare le pile, di ritrovare il giusto entusiasmo.

Storicamente il mese di luglio è sempre stato molto attivo, giri lunghi, salie, valichi e passi inanellati uno dietro l’altro. Ma quest’anno ci sono arrivato troppo stanco, sopratutto di testa, e ho dovuto staccare.
E sabato, finalmente, abbiamo messo insieme, un bel giro, non tanto da un punto di vista panoramico, ma da un punto di vista tecnico.

Partiti da Pusiano, abbiamo scalato in successione, Alpe Vicerè, Civiglio, Brunate (da bv Civiglio) e La Colma di Sormano da Nesso. Per un totale di 108km e 2680 mt dislivello.

Sulla Vicerè ho provato il tempo, giusto per vedere come ero messo: direi maluccio, tanta fatica e due minuti e mezzo in più rispetto al mio best time. In pratica al momento mi mancano quasi 200mt di VAM. Anche sulla Nesso, dove sono salito regolare, ho riscontrato lo stesso gap.

Nonostante ciò sono soddisfatto del giro, era troppo tempo che non pedalavo in un certo modo, e non ho di certo pretese. Anche il meteo ci ha dato una mano, nonostante nuvoloni minacciosi che si aggiravano sopra le nostre teste, ci hanno risparmiato.



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