"Il segreto è fare tutto come se vedessi solo il Sole. Elisa"
giovedì 3 giugno 2010
02.06.2010 GF Tour dei Vigneti
Tornando a casa in macchina con il mio amico Gabri, non ero di buon umore. La gara è stata dura, il caldo ha fatto capolino, il percorso si è dimostrato bello tosto, mai un attimo di respiro, sempre a smanettare con quel cambio, 50-34, 34-50, 50-34, se fosse uno strumento musicale ne sarebbe venuto fuori un bel assolo, ma di quelli tosti....
Salite che non sono salite, discese che non sono discese, da far venire il mal testa…
Era la prima volta che lo affrontavo, e non ho mai trovato il bandolo della matassa, trovandomi troppo spesso da solo quando non dovevo.
Mi sentivo bene, molto bene, il ritmo nei primi km è stato basso quindi la prima salita, è passata senza grosse difficoltà. Così anche sulla seconda e terza. Forse mi sentivo troppo, forse avevo una gran voglia di strafare, così, invece di partire con calma e venire fuori alla distanza, come faccio di solito, e bene, nelle gare lunghe, tengo ritmi troppo alti, per una gara così lunga e dura (analisi a posteriori).
Infatti sui saliscendi successivi a Passo Carmine, comincio ad avere qualche problemino, che continuano sull’ascesa verso Pietragavina. Ma è sui Tre Passi che la fatica comincia a farsi sentire, sul serio, e perdo le ruote di un gruppo importante: gambe vuote, e pesantezza di stomaco. Cerco di tener duro, in effetti non scollino molto dopo di loro, sono sempre nel mio campo visivo, peccato che non riesco, posso, voglio sfruttare la discesa per recuperare terreno, troppo brutte, troppo pericolose e troppa gente a terra ho già visto e vedrò…
Risultato che mi ritrovo ancora solo a smazzarmi un bel tratto di pianura, prima di essere raggiunto da un gruppo, precedentemente seminato sui Tre Passi; gruppo che poi sulla successiva salita non riesco a tenere: stesso film della precedente, sia a salire che a scendere. Non è che non vado, ma mi manca quello spunto, per riuscire a rimanere agganciato, perché anche sulla successiva salita verso Cerchiara li vedo, mi sembra di salire bene, ma niente da fare.
Scollino solo, quasi tutto da solo affronto il tratto verso la penultima salita, dove come nelle precedenti, perdo le ruote dei miei due compagni e in cima vengo risucchiato in un altro gruppo con il quale poi “arrivo”. Ovviamente pure questo non riuscirò a tenere sull’ultimo strappo verso l’arrivo: un arrivo che così come messo mi piace, ad aver avuto gambe, e forse una testa diversa, si poteva cercare di onorare al meglio. Per la cronaca termino in 5h 24 Real Time.
Come dicevo all’inizio, non ero molto soddisfatto, perché credo d’aver gettato al vento, un’ottima occasione per dare una svolta concreta in Coppa Lombardia. Partendo più calmi, probabilmente, sarei riuscito ad arrivare con il mio amico Gabri (4 minuti avanti), e al posto di fare il 10° (che come sono andate le cose, è un gran bel risultato), sicuramente il 9° l’avrei centrato, e forse mi sarei potuto giocare l’ottava piazza.
Ormai le cose sono andate così, con i se e i ma, non si va da nessuna parte, quindi archiviamo sti vigneti definitivamente, e ne prendiamo i lati positivi che sono emersi: la condizione è ottima, sono andato in difficoltà, ma non sono saltato del tutto, i miei avversari non sono poi così distanti, e sono sempre li per giocarmela, fino alla fine.
Ed ora le salite, le discese, quelle vere, quelle della Pantani…
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3 commenti:
Forse non era semplicemente il tuo percorso ottimale.....
Decisamente, preferisco una bella salita di 10km dura, ma continua, ad un'altalena senza fine ;-)
L'ho detto perchè anch'io preferisco salite lunghe.....
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