"Il segreto è fare tutto come se vedessi solo il Sole. Elisa"

giovedì 31 marzo 2011

Ricognizione GF Tre Laghi 2011

Domenica 27 abbiamo effettuato un giro sul percorso della granfondo 3 laghi.

Rispetto al 2010, è cambiata il luogo della partenza, e l’ultimo il tratto finale del percorso.

Il primo tratto, fino all’attacco della salita di Capovalle, a parte qualche rotonda non presenta particolari criticità, strada larga e prevalentemente pianeggiante.

A Gargnano, dopo poco meno di trenta km, inizia finalmente la salita verso Capovalle, che si divide in tre tronconi, per un totale di 26km.
Il primo di 7km è molto pedalabile. A Novazzano inizia un tratto quasi totalmente pianeggiante di fino al bv per Capovalle; in questa parte bisogna prestare particolare attenzione, strada stretta, piena di curve, molto sporca, e che si affronta sicuramente in gruppo a velocità sostenuta.
Infine il secondo troncone di salita verso Capovalle (7km), è un pò più insidioso, ma le pendenze restano contenute.

La discesa verso Idro, è larga, veloce con un pò di tornanti, poco tecnica, insomma...
Da Idro inizia un tratto vallonato, un pò noioso, e con l’asfalto spesso rovinato (prestare attenzione).

Finalmente a Castio inizia l’ascesa verso Bione: il primo tratto di salita di 2,5km, presenta pendenze molto importanti che spaccano le gambe. Bisogna cercare di tenere(!!!!) le posizioni. Poi dopo una breve discesa si risale definitivamente verso Bione.

Poi altro tratto da fare in gruppo prima di iniziare l’ascesa verso S. Eusebio, salita molto facile a dir la verità, che lascia posco spazio alla fantasia ai grimpeur.
Dalla cima all’arrivo mancano ancora più di 30km edopo un’altra discesa poco tecnica e molto veloce, inizia l’estenuante tratto finale vallonato. Ben 300 i metri di dislivello negli ultimi 24km.

In totale sono circa 128km 2030mt dislivello; probabilmente cambierà qualcosa visto che dopo Agnosine abbiamo trovaot la strada interrotta per una frana, e si verrà deviati su una sottostante.

Traccia del percorso: Link

lunedì 28 marzo 2011

Giro fra Bergamasca e Lecchese

Finalmente una bellissima giornata di primavera: tanto sole e temperature miti!

Partiamo da Carnate in 5, verso la Bergamasca, di buon passo.
In sucessione affrontiamo:

Il giro in totale è di circa 120km e 2100mt dislivello: non lunghissimo, ma buon ritmo ovunque ed in salita non ci siamo risparmiati. A parte la prima, dove ho faticato un pò nella prima parte, sulle altre sono riuiscito a tenere il passo del duo Gabriele. La condizione è decisamente superiore a quella dello scorso anno nello stesso periodo e si vede, tanto che riesco anche a divertrimi.


E’ stato un vero piacere tornare a pedalare con Gabriele & C. e mi auguro che ciò riaccada presto.

giovedì 24 marzo 2011

Classifiche di Coppa Lombardia dopo la 2a Prova

Sono già online le classifiche (ancora provvisorie) dopo la prova della Franciacorta e Sebino
Rispetto a Laigueglia è andata un pò meglio, ma è ancora presto per dire che la scalata verso la decima posizione di categoria sia effettivamente iniziata. Al momento parleri più di un’inseguimento.

In Classifica Punti di Categoria mi sono piazzato 15° e sono passato dalla 17° alla 14° (parimerito). Mentre in Classifica Generale Tempo avanzo in 74° posizione.

Come già detto, troppo basso il coefficiente di difficoltà di queste prime due prove per poter avere un quadro veritiero, minimi i distacchi tra tutti i classficati. Non mi resta che attendere fiducioso la prossima prova dei 3 Laghi... 

mercoledì 23 marzo 2011

La mattina ha l'oro in bocca

E' un vecchio proverbio, ma è sempre attuale, nella vita e non solo.
Appunto, perchè qui si parla di bici. Che c'è di meglio allora di una tranquilla pedalata mattutina prima di andare al lavoro? Certo è difficile alzarsi dal letto quando suona la sveglia, e magari fuori è ancora buio. Ma basta un attimo, un piccolo sforzo e poi una volta in sella si può veramente godere di belle sensazioni che restano durante tutta la giornata la influenzano positivamente.

In questi ultimi giorni ho deciso di provare a riprendere questa vecchia abitudine, e solo dopo averla messa in pratica mi sono reso conto di quanto sia bello uscire al "fresco" e con poche macchine attorno, mentre la città e la natura si risvegliano.

Adesso al mattino fa ancora freddino, e la luce arriva un pò tardino, ma tra qualche mese, sarà una vera e propria goduria. Provare per credere...

lunedì 21 marzo 2011

Gran Fondo Franciacorta e Sebino: resoconto


Come previsto, gara velocissima e tecnicamente sterile. A Partignago, ai piedi della seconda ed ultima salita sono arrivato a 37 di media, dopo 87km di contiui rilanci senza un attimo di respiro (ad esclusione della tratta Tavernola – Iseo), cosa a cui non sono abituato e che non mi piace (se così fosse mi dedicherei alle gare udace). La breve salita di Solto Collina, scalata in apnea, a malapena me la ricordo, ha leggermente rimescolato le carte.

La ricognizione effettuata una settimana fa si è rivelata fondamentale, avevo la consapevolezza di dove ero e di quello che stavo x affrontare. Non è un caso che la salita principale l'ho presa in testa all'immenso gruppone che si era formato nei 50kn piatti da Lovere. Importante, per evitare di rimanere imbottigliati sulle prime impietose rampe verso San Giovanni di Polaveno dove il gruppo è letteralmente "esploso". 

Qui volevo fare il mio forcing invece mi sono trovato costretto a tirar fuori le unghie per difendermi: gambe pesanti ed anche i crampi hanno fatto capolino.
Peccato, perchè ho perso le ruote di Emi (ex compagno di squadra) e di Luca (con cui ho
battagliato lo scorso anno in coppa lombardia), sapevo già che era impossibile rientrare nella successiva discesa, tutta velocità e niente tecnica.

All’arrivo, dopo gli ultimi tre km pianeggianti a tutta, ho trovato ancora forze per un discreta volatina, che mi ha permesso di quadagnare qualche posizione in classifica assoluta.
Alla fine non mi sentivo neanche troppo stanco, ma le gambe erano veramente a provate.

Tempo tolate è di gara è di 2h 57', quindi obiettivo raggiunto (quello di stare sotto le tre ore).
La classifica invece è ancora impietosa: 232° assoluto e 70° di categoria!  

Mannaggia vanno tutti come delle moto!

Concludo facendo i complimenti a Fabrizio, che si è imposto in questa corsa: Grandissimo!!!!

All'arrivo

Post Gara

In griglia fa freddo

Gruppo Cassinis

Scorcio alla Partenza

venerdì 18 marzo 2011

Un'Italia più bella. Dalla bici

di Isa Grassano -  fonte: La Repubblica - link

Da Mantova all'Emilia, dall'Appia ad Assisi, i suggerimenti per alcuni itinerari da percorrere rigorosamente a due ruote. Per gustare al meglio l'ambiente


La mountain bike scivola docile tra le curve morbide della strada. Incontra placidi paesi in collina e borghi che fanno da incrocio a strade poco trafficate. S'inerpica in salita, insieme alle vigne tagliate dai sentieri sterrati dove passano solo i trattori. Ecco il fascino "slow" del cicloturismo. Nessuna fretta, ma solo il l'emozione di perdersi nelle bellezze del paesaggio. Andare in bicicletta tra le vie di un borgo antico. Vivere il piacere di strade solitarie. Scoprire piccoli tesori, al di fuori dei soliti circuiti. Tutto a basso costo, senza inquinare, rispettando l'ambiente e restando in forma.

Da Nord a Sud, tra campagna e mare, tra città e paesi, tanti gli itinerari da vivere in "punta di pedale".
Si toccano i luoghi più belli tra Mantova e Sabbioneta, nel "percorso ciclabile Unesco". Quarantasette chilometri (il fondo è per lo più asfaltato, per brevi tratti sterrato), per perdersi nelle bellezze del paesaggio, tra vigneti e frutteti di mele, ombrosi boschi di latifoglie ed enormi distese di campi coltivati.

Durante il lungo ma facile percorso s'incontrano diversi paesi, ciascuno con le sue eccellenze: Buscoldo con la chiesa parrocchiale tardo barocca; Torre d'Oglio e il ponte di barche e l'oratorio del Correggioli; Commessaggio con il Torrione fatto erigere da Vespasiano Gonzaga. Percorrendo, poi, la strada Vitelliana, l'antica strada militare romana, fatta costruire dal proconsole Vitellio, si nota l'eremo di San Remigio, edificato nel XVII secolo per i pellegrini che si recavano a Roma. Lungo il percorso ci si può fermare qua e là per ammirare le zone umide del Parco Oglio Sud (dove l'Oglio si immette nel Po), tipiche di quest'angolo di pianura. Ed ecco i salici e i pioppi bianchi che si specchiano civettuoli nelle acque del fiume, mentre i canneti ondeggiano al vento. E ammirare, spesso nascosti tra le foglie, gli aironi rossi o bianchi, le nitticore e il falco pescatore.

Pedalata dopo pedalata, mentre i dettagli si perdono e le case sembrano un impasto di colori caldi, si arriva, quasi improvvisamente, a Sabbioneta, la "piccola Atene" del Rinascimento, "la città ideale", come è stata definita. Si sbuca direttamente in piazza Ducale che si svela in tutta la sua grandezza, con il Palazzo Ducale.

I più allenati e con le gambe resistenti possono percorrere le strade bianche intorno a Siena. Chilometri e chilometri di "fettucce", senza un centimetro d'asfalto (ovunque saliscendi sterrati), su e giù per i colli, con panorami da togliere il fiato più delle salite (tanto che qui, ogni anno in autunno, si corre l'Eroica con bici d'epoca). Si procede non troppo veloce, né troppo piano: alla giusta andatura, quella che permette di godere il paesaggio, di essere, anche chi pedala, parte del paesaggio. E si attraversano castelli, come il Castello di Brolio che sorge al centro di sterminati vigneti, dove fare una sosta. Pur essendo privato il castello è visitabile, ad eccezione del palazzo.

E' possibile compiere per intero il giro degli spalti, dai quali si hanno splendide viste sulla zona del Chianti. Altra tappa a Gaiole in Chianti. Dell'antico borgo, fondato tra duecento e trecento, resta la consapevolezza di un passato importante come luogo ideale per incontri e mercati, testimoniato da una strada-piazza: via Ricasoli lungo la quale si svolse, e si svolge tuttora, la mercatura e la vita del paese che ha origini legate al commercio. Le antiche case, il lungofiume e gli arredi urbani rimandano alle attività mercantili medievali. Un consiglio: sostate nelle trattorie e nelle cantine (dove si produce dell'ottimo chianti) che incontrerete lungo il vostro viaggio, sarà un'esperienza sensoriale indimenticabile.

Chi non ricorda la grande impresa compiuta da Vittorio Adorni in occasione dei mondiali di ciclismo del settembre del 1968? Protagonista di una fuga leggendaria (si corre a Imola, a un passo da casa sua, con partenza e arrivo all'autodromo, sul circuito dei Tre Monti), il campione giunse sul traguardo con quasi 10 minuti di vantaggio sul secondo classificato. L'arrivo sul rettilineo finale è regale. La maglia azzurra che luccica al sole di quel tardo pomeriggio d'estate. E vale la pena ripercorrere queste mitiche avventure sulle strade di Adorni, attraverso un percorso di 78 chilometri (dislivello in salita: 998 m
e una difficoltà media). Si parte dalla Rocca Sforzesca di Imola che si impone allo sguardo per la grandezza e l'imponenza architettonica e si attraversa Castel del Rio, pittoresco borgo appenninico, a ridosso del confine toscano, situato su una collina balcone, come se fosse il palco di un grandioso teatro dal quale dominare tutta la valle. Il punto più bello di questo itinerario? Attraversare il ponte Alidosi, dalla caratteristica "schiena d'asino", monumento nazionale sul corso del Santerno. Info qui

Altro punto di forza dell'Emilia Romagna è la possibilità di visitare le città d'arte su due ruote, attraverso il circuito Cycle-r, che mette a disposizione pacchetti con tutto incluso: a cominciare da un navigatore satellitare di ultima generazione bici, mappa, hotel specializzati con deposito, officina, lavanderia. E non solo. Visto che chi pedala tutto il giorno, rientra solo al pomeriggio, ecco che anche la ristorazione è flessibile: chi vuole potrà mangiare un piatto di pasta anche alle diciassette.

Numerosi i percorsi ciclabili del Friuli Venezia Giulia, come quello che parte da Grado (circa 20 km) per imboccare la Riserva Naturale della Valle Cavanata. Utilizzata in passato come "valle da pesca", la riserva vanta la presenza di numerosi ambienti fra il mare e la terraferma (laguna, spiaggia, bosco, prato, valle da pesca, stagno) che la rendono popolata da oltre duecento specie di uccelli. Subito dopo il Centro Visite, svoltando a destra su una stradina che segue la riva sinistra del Canale Averto, si giunge all'argine oltre il quale c'è il mare. Da si può seguire la strada bianca che costeggia il rilevato (via Canéo), e vale la pena fare una sosta per salire sull'argine e dare uno sguardo al panorama sul golfo di Trieste.

Per sconfinare all'estero, si può fare il Passo Rombo che collega l'Ötztal, una vallata nel cuore del Tirolo austriaco, direttamente al territorio italiano. Adrenalina pura con il Singletrail, un percorso emozionante, che si diparte da quota 3.058 m e scende nell'abitato di Sölden.

In Liguria si può seguire il passo costiero del Ponente, in un percorso adatto anche ai bambini (22 km da Sanremo a San Lorenzo al Mare del tracciato in andata e in ritorno). Là dove sferragliava il treno (la pista è realizzata sul sedime dismesso della ferrovia a terrazza sul mare), ora è un via vai silenzioso di persone su bici, mountain bike, che si godono gli straordinari panorami. E se si è stanchi, tanti sono gli accessi a spiagge e scogliere per una sosta di relax, avvolti dai profumi della macchia mediterranea.

Mani salde al manubrio e si può andare anche lungo la via Appia, una delle più antiche "autostrade" del mondo, costruita oltre 2300 anni fa, per collegare Roma a Brindisi, porta d'Oriente (fu voluta dal censore Appio Claudio nel 312 a.C), la cui larghezza era fissata in 14 piedi (circa 4 metri): un vero record per l'epoca. Un percorso molto amato dai viaggiatori d'inizio secolo. Thomas Ashby compì per ben due volte il tragitto da Roma a Brindisi, pedalando insieme ai suoi studenti inglesi, ospiti della "British School at Rome". Altri tempi, ma anche solo il tratto sterrato (4,5 Km) tra Mesagne e Latiano, regala emozioni tra secolari uliveti e ricchi vigneti che punteggiano l'orizzonte. Lungo la strada si possono ammirare i resti dell'antico muro messapico: il fascino delle "rovine" che custodiscono l'anima dei luoghi. Procedendo lentamente, gli occhi si riempiono della campagna circostante, la cui luminosità si fonde con il biancore abbagliante delle masserie, sparse qua e là come se volessero librarsi nell'aria, a testimonianza di un'antica civiltà rurale, molte delle quali trasformate in strutture ricettive.

I più allenati possono spingersi poi fino alla Colonna romana, simbolo di Brindisi, là dove sembra finisse la Regina Viarum, come era stata definita. La si scorge da lontano e già affascina per la sua imponenza (supera i 18 metri di altezza) ed eleganza. Come una sentinella immobile, guarda al mare ed assiste, da secoli, al passaggio ininterrotto di gente.

Infine, anche i pellegrini appassionati di due ruote trovano la loro dimensione che unisce il viaggio religioso alla vacanza. Dove? Lungo il Cammino di Francesco, 80 chilometri sulla strada del Poverello d'Assisi, messi in rete dall'Apt di Rieti, per abbinare il piacere dello sport e dello stare all'aria aperta al ristoro dell'anima, la fatica alla preghiera. Tra le varie tappa, da non perdere quella tra Greccio - Poggio Bustone, per una lunghezza di 18,6 chilometri e una difficoltà media (la salita tra Borgo San Pietro e Poggio Bustone è molto ripida ed è impraticabile per chi non sia super allenato, con un dislivello di 260 metri). Greccio-Poggio Bustone, oltre ad essere il più fattibile, è anche uno dei sentieri più coreografici perché costeggia la Riserva Naturale dei laghi Lungo e Ripasottile. Specchi d'acqua racchiusi da canneti, arricchiti dalle fioriture rare ed eleganti delle ninfe bianche. Tutto intorno sono salici, pioppi e arbusti di sambuco. Un luogo che consente di praticare il birdwatching, con punti di osservazione predisposti e mimetizzati nella vegetazione: se si è fortunati si può scorgere il Tarabusino, piccolo e raro airone. Un altro tratto alla portata di tutti (circa 9 chilometri) è quello che va dal Santuario di Poggio Bustone al Faggio di San Francesco.

Il Faggio è unico per la sua forma straordinaria - la chioma misura 22 metri di diametro - con i rami che s'intrecciano sinuosi a creare onde e nodi dalla bellezza inusuale. La tradizione vuole che la pianta assunse questa conformazione per riparare San Francesco da un temporale che lo sorprese durante un solitario ritiro mistico. Esistono solo altri due esemplari della stessa specie, in Inghilterra e in America Settentrionale, che hanno una forma paragonabile. Ritornati in pianura lo sguardo si apre su una morbida conca, che con i suoi spazi agresti ha già di per sé qualcosa di celestiale.

Fotogallery su Repubblica.it

martedì 15 marzo 2011

Ricognizione GF Franciacorta 2011

Sabato mattina, in una brutta e fredda giornata abbiamo effettuato una una ricognizione del percorso della seconda Granfondo di Coppa Lombardia: pensavo peggio in tema sicurezza, le strade nel complesso sono belle e larghe.

Secondo me i punti critici sono l'attraversamento di Sarnico (e questo ci sarebbe stato in ogni caso) e la tratta Lovere - Riva di Solto, dove la strada è stretta e piena di curve. Per il resto mi sento più tranquillo, ovviamente occhi sempre aperti visto che si formeranno grupponi belli folti.

Per quanto riguarda le salite, la prima, è molto veloce ma se si arriva un pò al gancio la si soffre sicuro. La sucessiva discesa è corta e veloce, seguita da un tratto di pianura a favore e un ulteriore discesone dritto e velocissimo per arrivare a Lovere dove cìè una secca svolta a destra, per ritornare sul lago.

Da qui inizia un lungo e noioso tratto di pianura, occhio al primo tratto come appena detto, e fino all'attacco della seconda ed ultima salita.

Questa è un bel muro nella prima parte (me lo ricordavo bene dallo scorso anno) poi diventa pedalabile nella seconda parte.

Da Polavoeno, un bel discesone, veloce con bei curvoni che invitano a lasciar correre e disegnare traettorie da motogp, per poi trovarsi negli ultimi 3,5 km di piano per giungere all'arrivo.

In totale il percorso è di 108 km effettiva e il dislivello è di 1147 mt

giovedì 10 marzo 2011

Giro nelle Valli Bergamasche

Ho preso spunto da un giro, del mio amico Gabriele, e me lo sono rimodellato su misura. Volevo fare tanta strada e tanta salita: Obiettivo raggiunto.

Parto da Calco verso le valli Bergamasche, passando, Cisano Bergamasco, Almenno S.Salvatore, fino a Zogno dove inizia la prima ascesa: Miragolo San Salvatore. Da qui salgo ancora fino a Salmezza, salita breve e suggestiva tra rocce e neve, per poi scendere in picchiata verso il Selvino e ancora fino a Nembro.
La discesa è molto divertente, strada larga, pulita, veloce e poco trafficata, ideale per disegnare delle belle traettorie con la bici.
A Nembro giro la bici e ritorno verso la cima. Anche qui, come sulla Miragolo esercizi di SFR: oltre alla quantità pure qualità. Arrivo in cima soddisfatto, il tempo è bellissimo, e non fa troppo freddo.

Mi ributto in picchiata verso Algua, fino a Ponte Bracca, dove inizia l'ascesa verso Dossena. Anche questa salita è poco trafficata, le pendenze sono abbordabili, ideale per fare altre ripetute, che mettono in difficoltà le gambe.
A Dossena, il bello deve ancora arrivare. Altra discesa verso San Giovanni Bianco, dove c'è in programma, la Val Taleggio. Tanto bella quanto fredda è la gola, che si attraversa. Questo è il momento più difficile del giro, dove le gambe cominciano a far male, il fisico ad essere stanco e pure la testa ad agitarsi per l'orario: mi rendo conto di avere poco margine prima che faccia buio.
Per fortuna ho un antico ricordo di quando passai da queste parti anni fa, e cerco di star tranquillo, e di tirare.
Scollino a Sottochiesa, e la successiva ascesa vero Forcella del Bura, la affronto con decisione; questa ad esempio non me la ricordavo così lunga, per fortuna è solo un falsopiano.
Quindi mi butto in discesa verso Brembilla dove, un pò per la stanchezza un pò per il poco tempo, evito di salire verso Laxolo come da programma, e continuo verso Sedrina, per poi riprendere la strada che porta ad Almenno S.S e rientrare verso Calco.

A Calco arrivo dopo 7h 15' di bici, con ben 185km e 3650mt di dislivello, decisamente un ottimo allenamento, di cui sentivo la necessità di fare.

Anche se ho perso molto tempo in alcuni incroci (a volte sbagliando pure strada), perdendo la possibilità di fare altra salita, direi che visto il periodo sono più che soddisfatto. Buona la media, e buona la tenuta fino alla fine.

Note Itinerario:
La Tratta Calco, Cisano B fino al bivio verso Almenno è molto trafficata, se possibile è meglio evitarla.
Ad Almenno S.S. ho erroneamente girato verso Almè e preso la provinciale che porta a Zogno, anch'essa con traffico pesante. Molto meglio la strada secondaria che da Almenno va verso Ubiale Clanezzo. L'avevo fatta qualche anno fa con Gabriele ma ieri non me la ricordavo.
Il resto dell'itinerario è fantastico, veramente poco traffico, strade abbastanza pulite e messe bene.

Salite Affrontate:
Miragolo San Salvatore da Zogno
Salmezza da Miragolo S.S. (per arrivare diretto al Selvino)
Selvino da Nembro
Dossena da Ponte Bracca
Sottochiesa-Costa d'Olda da S.Giovanni Bianco
Forcella del Bura da Lavina

Di seguito il link all'itinerario completo e la differenza di chilometraggio è dovuta ad alcuni sbagli strada che ho fatto:
Link Track4Bikers





martedì 8 marzo 2011

Weekend 5-6 Marzo

Il weekend ciclistico sembra iniziare male.
Il sabato avevo programmato un giro lungo, con salite di media difficoltà, anche per fare qualche esercizio specifico. Però sul primo zampellotto Brianzolo mi si spezza la catena! Per fortuna ho un atrezzino che mi permette di sistemarla, e di ripartire nel giro di una decina di minuti, come se nulla fosse successo.
Ma è sulle rampe della Cagliano da Santa Maria Hoè che getto la spugna: la catena mi rompe ancora. La risistemo e si riparte, stravolgendo completamente il programma. Ora praticamente solo pianura.
Alla fine riesco comunque a fare 100km esatti, e viste le premesse è andata di lusso.

Invece domenica, mi ritrovo con un pò di compagni di squadra del Cassinis a San Damiano del Colle, per una piacevolissima giornata di sole, di bici.
La meta della giornata è Passo Carmine, scalato da due versanti da Pometo e Ruino, ma è il resto del percorso la vera difficoltà, per quell'infinito su e giù per la campagna Pavese.
Saranno 95km e ben 1750mt di dislivello.

Alcune foto

giovedì 3 marzo 2011

Totali Febbraio 2011

Il freddo, l'acqua, ed i molti impegni non hanno inciso più di tanto e sono riuscito comunque ad allenarmi bene:

8 uscite Laigueglia compresa
689 km
8600 mt dislivello

e da inizio anno:

16 uscite
1575km
16.000mt dislivello

mercoledì 2 marzo 2011

Classifiche di Coppa Lombardia dopo la 1a Prova

Sono sincero, speravo di essere messo meglio, visto che non mi sembrava di essere andato poi così male a Laigueglia (è anche vero che il piazzamento di categoria era alto).

Sicuramente è presto per cercare di "leggere" tra le righe dopo una sola prova, per di più poco selettiva, dove contava solo partire davanti (e qui devo recitare il mea culpa).

La classifica di categoria dice 17o, peggio dello scorso anno dove mi ero piazzato 15o ma ero in condizioni peggiori di quest'anno.

Magra consolazione arriva da quella a Tempo, dove mi sono piazzato 85° nei 100.

Visto anche la recente modifica del percorso (alleggerito parecchio) della prova di Salò, e quel centinaio di iscritti che mancano all'appello, attendiamo il responso delle prossime due prove (Franciacorta e 3 Laghi) per farci un'idea precisa sulle reali possibilità di fare classifica.