Già la sera si intuisce che farà un caldo bestia. Infatti la mattina della gara, alle 6.00, si potrebbe stare tranquillamente in griglia senza manicotti, ma io per precauzione li indosso in vista della prima discesa. Questa, dopo lo start all’orario stabilito (7.00), la affronto con calma. C’è molto traffico e molti pazzoidi che cercano di sorpassarti da tutte le parti. Non vedo quindi l’ora di arrivare a Edolo. Quando la strata inzia a salire, inizialmente la prendo con calma, poi dopo qualche km, mi superano un paio di ciclisti con un buon ritmo, e decido di mettermi in coda. Questa mossa mi permette di guadagnare parecchie parecchie posizioni, e di arrivare velocemente a Ponte di Legno. Da qui, dopo essermi alimentato un poco inizio il Gavia. E’ ancora mattino presto, si sta bene, e c’è un tempo stupendo. Cerco di salire regolare, senza forzare, perché devo salvare la gamba in vista delle 2 salite successive. Non c’è molto traffico, e quindi mi posso godere i panorami mozzafiato che offre questa salita. Addirittura quando arrivo alla galleria, decido di salire col 34x27.
Finalmente alle 9.30 scollino arrivo in cima al passo e dopo una brevissima sosta x prendere qualche panino mi butto subito in discesa. Bellissimo è il laghetto ancora ghiacciato. La prima parte della discesa, è molto tecnica e, dopo essere riuscito a superare tre corridori tappo, ho la strada libera e mi diverto a disegnare traettorie. Nella seconda parte, dopo, S.Caterina, grazie all’asfalto perfetto (appena rifatto per il Giro), riesco a rientrare su un gruppetto di corridori, viaggiano sopra gli 80km/h (FIGATA!).
Con questi arrivo prima a Bormio, e poi a Mazzo. In questo frangente, faccio il furbetto e non tiro un metro. Sinceramente già sullo strappetto di S.Antonio Morignone, sento la gamba un po’ pesante.
Poco prima delle 11.00 arriviamo a Mazzo (30km/h di media), e dopo un’altra breve sosta per riempire le borracce, comincio il Mortirolo. Sono gasato per l’ottima media, e la mia tattica prevede di iniziare con calma, e aumentare il ritmo quando la gamba si “scaldava”. Peccato che si dalle prime rampe, la gamba non ne vuole sapere. Quindi quando arrivo al terzo chilometro iniziano i problemi veri: fa un caldo terribile, si fatica a respirare, la velocità è ridotta, mi superano in parecchi, ed il morale scende. Ma nonostante ciò, tengo duro, mi ripeto che va tutto bene e che mi sto riprendendo, e adagio adagio arrivo in cima, cercando di difendermi e di non naufragare completamente. La voglia di saltar giù dalla bici, e mandar tutti al diavolo era tanta…. Insomma volevo scalare il mortirolo a tutta, invece, a momenti ci resto sotto…. Alla fine chiudo la scalata in 1h20’ (ufficiali) e tutto sommato poteva andare molto peggio.
Vabbè una volta in cima, dopo un gesto di stizza passando sul passo, un’altra brevissima sosta al ristoro, riparto subito. I successivi km di saliscendi, vanno bene solo quando la strada non sale. Sul secondo strappo ho addirittura i crampi, e medito di fare il medio, perchè mi rendo conto che il S.Cristina in queste condizioni diventa un vero e proprio calvario.
Però una volta finita la discesa ad Aprica, mi rendo conto che sto facendo un tempone, per quanto mi riguarda: infatti sono passate “solo” 6h da quando sono partito. Detto ciò, nonostante faccia fatica a fare il chilometro di falsopiano che porta all’arrivo, non esito un’attimo, e mi butto secco a destra per il lungo. Che coraggio!
Attacco il S. Cristina, augurandomi che la crisi è alle spalle e salirò bene. Illusione. L’ascesa durerà ben 45minuti, un’eternità per uno come me. Non per menarmela, ma in condizioni normali, potrei farla in 30-35 minuti, e senza troppi patemi. Vabbè, i chilometri passano lentamente, e perdo ancora qualche posizione. Poco male a sto punto.
Quando arrivo ai -2 e poi ai -1, dal GPM, nonostante le pendenze e la calura, mi danno un pò di morale, e guadagno pure qualche posizione.
Alla fine, dopo lo scollinamento mi butto in discesa ed arrivo al Traguardo in 7h 14’, ufficiali!
In pratica ho ridotto di 1h il tempo dell’anno passato. Quindi sono molto contento!
198° assoluto – 18° di categoria....
Un’ultima cosa: all’arrivo c’era il mio amico Ale, ad aspettarmi (grazie...) che avendo fatto il medio era già docciato e fresco, e mi fa: “allora? Super Challenger l’anno prossimo?” vi lascio solo immaginare la risposta che gli ho dato in quel momento... eheh
e nel 2008...
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