Che fosse lunga lo sapevo. Che fosse dura lo immaginavo. L’impresa me la sarei risparmiata volentieri.
A Maastrich la domanda principale è
sempre la stessa: “come ti vesti domani?”.
E’ incredibile, sembra che l’unica
preoccupazione sia il meteo e la temperatura, non il percorso. In effetti è
un bel rebus. Alla partenza all’alba la temperatura rasenta lo zero, la
campagna intorno è spettrale, e si prevede di stare tutto il giono in bici con
andatura cicloturistica. Quindi anche anche io, sono un pò indeciso.
Si parte con formula “alla francese”,
davanti all’Official Amstel Bier Store passando immediatamente in mezzo ad un
ristoro immenso: è un gentile invito all’agonismo esasperato di andare altrove.
L’inizio è decisamente scioccante:
continui incroci ed improvvisi cambi di direzione, il Geulhemmerberg primo muro
che dopo soli tre chilometri sembra voglia dirti che qui non si scherza, e,
dove possibile, l’utilizzo delle piste ciclabili! Certo, non siamo mica in
Italia...
Se a tutto questo aggiungiamo ben
quattro forature nei primi trenta km (di cui una mia) abbiamo il quadro
completo: sarà una lunga giornata.
Si spazia il lungo e in largo nella campagna,
si passa da un paesello all’altro, gli scenari si susseguono velocemente, c’è del
movimento altimetrico, e di tanto in tanto si affronta qualche muro, giusto per
ricordarti che non si è ad una scampagnata domenicale. Bellissimo il Maasberg, il secondo muro tutto in pavè.
L’ottima organizzzazione ha previsto ristori ben forniti ogni cinquanta
chilometri ottimi per alimentarsi ed evitare crisi di fame fatali. Ovviamente sfruttati
tutti, tanto non ci corre dietro nessuno. Per ora il percorso non sembra
impossibile e i primi 100km scivolano via agevolmente. Lo so è presto per
illudersi.
Ed eccolo Eolo, arriva puntuale nel
primo pomeriggio. Inizialmente è sembra gentile, ma ogni tanto si sente che
è un pò nervosetto. Ci farà compagnia per i successivi 100km, durante i quali
sono previste un paio di escursioni in Belgio, un'altra serie di simpatici
"muretti" e un prima "spruzzata" di pioggia, gentilmente
offerta dai bei nuvoloni che ci ha portato Eolo. Appunto.
Al duecentesimo chilometro, quando
restano “solo” gli ultimi duri sette muri, e la stanchezza
inizia a farsi sentire, lo scenario intorno cambia ed inizia un'altra Amstel: non bastavano
i muri, vento e pioggia diventando più forti ed intensi e la temperatura cala ulteriormente.
Benvenuti nell'Inferno del Nord.
Tutto si complica, anche una semplice cambiata, ma si continua, del resto
mancano “solo” 50km. Ed uno ad uno li spianiamo tutti i muri restanti resi ancor più affascinanti dalla pioggia. Si comincia con il Kruisberg e l’Eyserbosweg in rapida successione, che ti tagliano le gambe. Poi l'Huls, il Bergseweg e il Fromberg come preparazione al durissimo al Keutemberg e il suo
22%. Si chiude sull’emozionante Cauberg (anche
se un pò troppo “trafficato”). E all’arrivo lo speaker annuncia il tuo passaggio.
Un’esperienza davvero unica, in una
terra ciclisticamente ben organizzata. Voglio anche pensare che abbiamo
portato fortuna ai colori italiani: Enrico Gasparotto vince con una bellissima
volata(!) l’Edizione 2012, rompendo il lungo digiuno di vittorie nelle grandi classiche.
L’Amstel Gold Race? Fatta!
Restano tutte le altre grandi
classiche del nord, Liegi, Fiandre, Roubaix...
7 commenti:
L'anno prossimo la Liegi Bastogne Liegi ?
Complimenti !
Gabri
Sicuramente è una splendida idea ;-)
Un'altra impresa nel carniere.Complimenti.
Ciaooo
Beh, che grande avventura!!! 250km di quella corsa e con quelle condizioni.... BRAVO!!!! Sai come la penso sull'apertura orizzonti :-)
a presto
Complimenti, che sogno correre su quelle strade... Prima o poi spero di poterlo fare anch'io, anche se il mio grande sogno è la roubaix, ma chissà, prima o poi...
Complimenti Lele! Un'esperienza da brividi ... non solo quelli sentiti per il freddo ma soprattutto quelli dovuti allo scenario della tua impresa!
Mi sto rendendo conto che le gf fatte a tutta non fanno per me ... e mi sta venendo voglia di grandi imprese ... quest'anno ci provo con la Oetztaler ... poi l'anno prossimo si vedrà ... una classica del nord non mi dispiacerebbe...
Cristina
complimenti, ti invidio veramente tanto...
Posta un commento