Questo giro mi
ritrovo nel cuore dell’Emilia, ad un appuntamento a cui tenevo particolarmente,
per la sua formula diversa dalle solite Granfondo. Ai percorsi medio e lungo
della GranFondo Matildica, ne viene affiancato un altro da 200km denominato
Open Road, in stile Randonnée e partenza alla Francese, che si può affrontare
in solitaria o a squadre, con tanto di Classifica Finale. Il percorso poi
scoprirò che non è altro che il vecchio percorso della Granfondo.
Ed io
l’affronterò insieme ad altri 9 Cassinis in stile poco rando e molto
agonistico. Il gruppo è ben nutrito e di fatto non so bene se e quanto potrò
reggere. Il tempo viene preso sul settimo.
Partiamo alle
7.00 puntuali, da Rigolo, quando ancora stanno montando le griglie, e ci
inoltriamo silenziosamente spediti nelle strade deserte. Ovviamente agli
incroci bisogna stare attenti. E poi via, sempre in fila indiana. I più
allenati davanti a darsi i cambi, quelli meno dietro a sfruttare la scia. Io
per ora me ne sto buono buono.
Il percorso è
lungo, il dislivello è impegnativo, ma di salita vera ce n’è solo una Toano. La
affrontiamo per seconda, poco dopo quella di Baiso. A Manno inizia la salita, ma
quella vera è dopo un paio di chilometri quando si prende un’anonima stradina
sulla sinistra che si inerpica sulla collina con pendenze decisamente importanti.
Il mio cuore sarà a tutta, per restare nelle prima posizione del gruppo.
Da qui in avanti
poi di pianura non ce ne sarà più fino a Ramiseto. Nel mezzo si affronatno
Monte Orsaro, la salita che Solgno porta a Ligonchio e la salita di Busana che
porta sulla Statale 63. Tra l’altro nel mezzo, tra Sologno e Busana, ci
sfaldiamo a causa di una foratura e incomprensione. Il gruppo tornerà compatto,
ma di sole sette unità, proprio sulla Busana. Ed io sono tra i sette.
Sempre in questo
tratto passiamo tre squadre, il che ci da una carica non da poco.
Dopo Ramiseto
inizia un tratto velocissimo che ci porta a Ciano d’Enza dove parte l’ultima
salita: Castello di Canossa. Qui ci sgraniamo non poco, alcuni pagano lo
sforzo. Io salgo del mio passo, senza strafare, fa caldo e le gambe danno segni
di insofferenza.
E su questa
salita veniamo anche sorpassati da un team che era partito dopo di noi,
peccato.
Al ristoro ci
ricompattiamo e ripartiamo velocemente. Ormai mancano solo venti chilometri,
l’adrenalina sale, si va belli spediti. Non so come, ma tiro fuori energie
nuove che mi permettono di stare in testa al gruppo a menare insieme ad altri
due compagni. Non è semplice, al strada è stretta, ci sono secchi cambi di
traettoria, che costringono a rilanciare l’andatura e spesso raggiungiamo e
“raccogliamo” atleti del medio o lungo che stanno terminando la loro prova.
Chiudiamo in 7h
31’ ufficiali come previsto che vale un bellissimo terzo posto. Sicuramente si poteva fare un pò meglio, il tratto
in cui siamo stati divisi ci è costato parecchio, sicuramente in energie nel
finale. Io per fortuna ho retto e alla fine stavo benissimo, meglio ancora della
Nove Colli.
E’ stata una
bellissima avventura, che rifarei subito. Bellissimo partire in tranquillità
niente stress da GF che di fatto quest’anno sto evitando come la peste.
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