Inizialmente doveva essere una settimana di preparazione
tutta in quota, invece una serie di eventi positivi hanno fatto si che si riducesse a pochi
giorni, catapultandomi a livello 0 s.l.m., destinazione Nizza, Francia.
Ma che centra? Si dice che la bici è uno sport individuale. Vero in parte, ho
scoperto negli anni che è anche uno sport che unisce, e questa è solo l'ennnesima conferma. Conosco Matteo da una vita, non lo vedo e sento da anni: “Lele sei
impegnato il 30 giugno??”, mi scrisse su fb.
Mi ritrovo così, il venerdì, in una caotica Nizza, già in
fermento per l’arrivo del Tour, con un pan bagnàt per colazione, a pedalare
verso nord, verso le montagne selvagge: Col de Nice, l’antipasto, Col de Braus
il piatto forte, e Col de Vescavo il dolce, per terminare attraverso infiniti
su e giù tra Ventimiglia, Menton e Beausoleil, ammirando il bellissimo mare,
ignorando il traffico, schivando la pioggia.
Un altro bellissimo giro, ottima la compagnia, e la presenza di un Tremezzino, che ha da poco iniziato a pedalare, ed ha
entusiasmo da vendere.
Siamo in cinque e non passiamo inosservati nella mise
vintage tricolore. L’iniziativa? Un Giro al Tour, Facile.
Alla fine mi vengono 130km x 2240mt. Bastano e avanzano.
Alla fine mi vengono 130km x 2240mt. Bastano e avanzano.
La domenica le maglie tricolori diventano sei, si ritrovano
sul lungomare di Nizza, su una rampa gialla, quella della CLM d’Equipes, del
Tour Centenario. E anche qui le maglie tricolori non passano inosservate, nei
24km di passione, trenate, applausi.
Nota Bene: un componente del team è francese.
Nota Bene due: senza il proverbiale intervento di Teo e del
dottor Blanc, a 5’ dalla chiusura ritiro dossard il Sabato questo non
sarebbe stato possibile. In effetti la bici è uno sport individuale. Chapeau.
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